PerManoAccoglienza dice NO al lavoro in nero.
Badante in nero fa causa e chiede soldi? Dovute liquidazione e sanzioni!
Pesanti sanzioni per il datore di lavoro che tiene una badante in nero.
Hai una badante che si prende cura di un familiare ma non hai potuto assumerla, e quindi la tieni “in nero”, non pagandole i contributi?
Forse non sai che, sebbene paghi uno stipendio alla tua badante in nero, questo è sfruttamento e che che la badante dopo un po’ di tempo ti può fare causa e chiedere un risarcimento per le somme non percepite!
Ecco cosa succede quando la badante fa causa:
quando la badante fa causa al datore di lavoro, il Giudice si esprime sempre positivamente nei confronti del primo, in quanto assumere una persona in nero è irregolare e punito dalla legge.
Una delle prime rivalse che ottiene la badante dopo la denuncia è il versamento dei contributi Inps, che devono essere pagati dal datore di lavoro.
Quest’ultimo inoltre, non deve pagare solo i contributi alla badante, ma anche le sanzioni previste in materia.
Quali sono le sanzioni per aver una badante irregolare?
La prima sanzione è per l’omessa assunzione che va da un minimo di 200,00 € a un massimo di 500,00€.
La seconda invece è per la mancata iscrizione all’Inps del lavoratore e poi si applica una sanzione che va da un minimo di 1.500,00€ a un massimo di 12.000,00€, in base alla decisione della Direzione Provinciale del Lavoro.
Infine, il datore di lavoro dovrà risarcire anche lo Stato Italiano, le sanzioni vanno da un minimo del 30% a un massimo del 60% in base al periodo d’evasione. In ogni caso, la sanzione minima è di 3 mila euro.
Stipendio badante in nero: la liquidazione da dare alla badante senza contratto
I problemi però non sorgono solo per il mancato pagamento dei contributi e l’iscrizione all’Inps.
Assumere un lavoratore a nero, che poi fa causa, comporta anche il pagamento di tutte le somme non retribuite nello stipendio durante il rapporto di lavoro quali: tredicesima, quattordicesima, trattamento di fine rapporto (liquidazione) e le ferie non godute.
Secondo quanto previsto dalla legge italiana infatti, anche se la dipendente è stata tenuta a nero, dopo il licenziamento e la causa contro il datore di lavoro, quest’ultimo è tenuto a riconoscergli anche la liquidazione maturata nel periodo in cui ha prestato servizio come badante in nero.
Non solo, oltretutto se i pagamenti dello stipendio della badante in nero sono in contanti, come si presume quando si ha un lavoratore assunto senza contratto, si devono integrare anche le mensilità con quanto dovuto secondo il Contratto Collettivo Nazionale.
Le sanzioni per il lavoratore che lavora in nero
La badante in nero che denuncia il datore di lavoro, per il mancato versamento dei contributi e di un contratto regolare, non rischia alcuna ripercussione, a meno che non si verifichi una specifica situazione.
Quando si lavora a nero mentre si prende la disoccupazione NASPI, si rischia non solo il ritiro della prestazione a sostegno del reddito, ma di conseguenza si devono restituire tutte le mensilità ricevute sino al momento in cui non si è stati scoperti a lavorare in nero, o non si è fatta causa al datore di lavoro.
Infine, se si è presentato in precedenza all’Inps o al Centro per l’Impiego lo “stato di disoccupato”, anche senza percepire alcuna indennità, si è accusati di Falsità Ideologica e si è perseguibili per legge, con una sanzione che può raggiungere anche i due anni di reclusione.
PerManoAccoglienza è quotidianamente in prima linea nel segnalare irregolarità riscontrate alla Autorità competenti al verificarsi di domande ed offerte di collaborazioni in nero inerenti l’assistenza alla Persona sia a casa che in Strutture a tutela dei più “deboli” e della collettività dato che l’evasione fiscale è pagata da tutti noi!
Dammi la tua mano…..vedi? Adesso pesa la metà…. (Leo Delibes)